"Molto schematicamente, diciamo dunque che il parresiasta non è il profeta, che dice la verità svelando il destino in modo enigmatico in nome di qualcun altro. Non è il saggio, che dice l’essere e la natura (la physis) in nome della saggezza, quando vuole e sullo sfondo del proprio silenzio. Non è il professore, l’insegnante, l’uomo del saper-fare, che dice la tekhnē in nome di una tradizione. Non dice dunque né il destino, né l’essere, né la tekhnē. Al contrario, nella misura in cui corre il rischio di aprire una guerra con gli altri, il parresiasta mette in gioco il discorso vero di ciò che i greci chiamavano ēthos. Fa questo parlando a proprio nome e con la massima chiarezza, invece di rinsaldare come il professore, il legame tradizionale. Fa questo dicendo, alla fin fine, la verità di ciò che è, diversamente dal profeta, che parla in nome di qualcun altro. Fa questo dicendo la verità di ciò che è nella forma singolare degli individui e delle situazioni e non dicendo la verità dell’essere e della natura delle cose".
Da L'ermenutica del soggetto di M. Faucoult, Corso al Collège de France (1981- 1982), Milano: Feltrinelli, 2003
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CollettivaPuoi scavare in lungo in largo nel sito e non troverai nessun nome, te lo dico già :-) Questo è un luogo collettivo per definizione, in cui ognuna è responsabile della propria esperienza e di quella di ogni altra quindi se hai bisogno di referenze non le troverai se non nel fatto che andiamo avanti, ci siamo per te. ArchivesCategories |